Le Massaie Moderne raccontano l’evoluzione dell’arte culinaria italiana: i sapori del Novecento tornano sulla tavola grazie alla riscoperta di ricette e pubblicazioni dell’epoca, dai primi del Novecento al ventennio fascista e autarchico, fino agli anni del boom economico.Un patrimonio di inestimabile valore, piatti che ci raccontano le mode e i gusti di un tempo lontano e che riflettono il cambiamento sociale, economico e storico del nostro paese.Un viaggio alla ricerca di piaceri persi nel tempo in grado di deliziare anche i palati di oggi. Un mondo di sapori dimenticati che ci parlano del nostro Paese, del nostro passato e anche un po’ di noi stessi.

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La storia degli ultimi 100 anni del nostro Paese, e in particolare i primi 50 del ‘900, la si può leggere sui libri di storia, certo, ma trovo che sia molto più originale e divertente raccontarla attraverso le mille e mille ricette che si possono trovare nei -non numerosissimi- giornali e periodici dell’epoca dedicati alla cucina. Su tutti La Cucina Italiana, il mensile di gastronomia per famiglie che ancora oggi troviamo in edicola e che nacque nel 1929, ma è esistito anche Il messaggero della cucina edito dal 1901 al 1941, Preziosa la rivista di Ada Boni attiva fino al 1959; Almanacco della cucina, pubblicazione a cadenza annuale edito da Sonzogno.

E’ seriamente divertente testare ricette come Il boccone della crocerossina o Lo sformato autarchico o ancora La torta di Natale del 1943. Sono ricette che riescono a catapultarmi, con il loro gusto e il contesto storico che evocano, in quegli anni difficili e complessi, ricchi di cambiamenti e avvenimenti. Ricette che non sono strettamente tradizionali, ma mi aiutano a comprendere l’evoluzione del gusto italiano nell’ultimo secolo.

Ho avuto la fortuna di possedere alcuni numeri storici di alcuni di questi giornali, gelosamente conservati da mia madre, e la curiosità mi ha spinto a provarli. Da allora è diventato ben più di un gioco, quasi una fissazione, e un blog.

Una fissa che mi ha poi portato all’archivio storico della mitica La Cucina Italiana (la sede è qui a Milano). Ed è stato amore a prima vista. Il giornale è in edicola fin dal dicembre 1929 e le migliaia e migliaia di ricette che si trovano nell’archivio storico compongono un patrimonio di inestimabile valore, non solo per la varietà e il considerevole numero, ma sopratutto per lo spaccato che offrono del nostro Paese dal punto di vista sociale, economico e storico. E del gusto, ovviamente. Ricette dettate prima dalla guerra, dalla propaganda fascista e dall’autarchia, dalla tragica evoluzione della storia e delle abitudini di vita e poi, dopo la seconda guerra mondiale, dalla conquista del benessere, dal boom economico, dall’avvento dei primi elettrodomestici. Fino ad arrivare ai giorni nostri. E’ il giornale italiano di ricette più longevo e, ancora oggi, uno dei più acquistati.

Ho poi scoperto che il sito www.academiabarilla.it ha una biblioteca gastronomica virtuale che racchiude innumerevoli testi di libri e periodici dedicati al cibo e il mio “lavoro” è diventato ancora più facile.

L’evoluzione di questa mia passione mi ha portato, dallo scorso maggio, a curare la rubrica “Massaie moderne” su La Cucina Italiana cartaceo, con immensa soddisfazione.

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